3 Febbraio 2022

MuCa - Museo della Cantieristica a Monfalcone

Un micromondo che ci racconta le vite che hanno animato il più grande cantiere navale della nostra regione

Monfalcone ha vissuto di alti e bassi, spesso collegati alla storia del suo grande cantiere navale. E si è spopolata e ripopolata da lavoratori stranieri provenienti da diversi paesi, sempre per lo stesso motivo. Questa multietnicità tiene in vita il cantiere e le famiglie dei lavoratori animano le vie e le piazze della cittadina.

Vite, visi e tante storie che contribuiscono a fare la storia dei cantieri, che viaggia in parallelo a quella di Monfalcone.

Storia iniziata con il Cantiere Navale Triestino (CNT) di Monfalcone, fondato il 3 aprile 1908 su iniziativa di una famiglia di armatori originari dell’isola di Lussino, i Cosulich.

Il sito fu identificato nell’area di Panzano. I Cosulich acquistarono i terreni, per la costruzione del porto nuovo di Trieste, dove il governo austro-ungarico autorizzò l’apertura per le costruzioni navali nell’Impero.

Più di 100 anni di storia locale, che significano guerre e navi militari, sottomarini, il boom degli anni ’60 e la costruzione di elettrodomestici, il cantiere di Ronchi per la costruzione di aerei e la realizzazione dell’aeroporto, fino ad arrivare ai giorni nostri e all’avvio della costruzione delle navi da crociera, fiore all’occhiello della cantieristica italiana.

Visitare questo museo interattivo significa entrare nel piccolo ma immenso mondo che ha caratterizzato Panzano, scoprire la storia del territorio, partendo proprio da questo edificio degli anni ’20 che una volta ospitava l’albergo degli operai celibi (ragazzi dai 13 ai 15 anni) che lavoravano nel cantiere.

Il cuore pulsante di questa rivalutazione del mondo operaio, si trova non solo dentro il MuCa, ma soprattutto negli spazi esterni, perché è qui che si può respirare quello che è stato creato dalla famiglia Cosulich e dal lavoro commissionato all’architetto Dante Fornasir.

Quello che oggi è chiamato il “Villaggio operaio” è un’eccellenza italiana ed europea per la sua architettura: un insieme di stili che l’architetto ha voluto realizzare per dar sfogo a creatività e conoscenze tecniche.

Nelle case ad H degli operai (le più vicine alla fabbrica) vivevano 8 famiglie per edificio, mentre i dirigenti e gli impiegati erano alloggiati nelle 49 ville in stile parigino, eclettico, gotico; nella stessa area troviamo ancora l’albergo degli impiegati celibi, che ora è ristrutturato ed in grado di alloggiare ospiti d’eccellenza, e tutte le strutture di quello che era un primo “welfare aziendale”: lo stadio, le colonie, un teatro (purtroppo andato perduto coi bombardamenti. E’ bello immaginare la vita progettata dall’architetto Fornasier, la “Città Giardino” dove tutte le abitazioni possedevano un piccolo appezzamento di giardino, perché gli operai potessero coltivare un piccolo orto per non dimenticare l’origine contadina.

E’ possibile fare un tour gratuito accompagnati da una guida, 2 domeniche al mese, oppure si può richiedere anche una visita su appuntamento, oppure con la app “MuCapp” è possibile fare il tour virtuale del quartiere di Panzano e scoprire come è cambiato in oltre un secolo. Anche all’interno del museo, la realtà aumentata fornisce maggiori informazioni e approfondimenti “immersivi”.

Per entrare nel vivo del cantiere attuale, invece, si può salire a bordo di un bus, che in 30 minuti porta i visitatori tra le banchine e le immense gru che ogni anno assemblano 3 nuove navi da crociera. Un mondo che son certa appassionerà tutti, dai piccoli sognatori ai grandi che li accompagnano.

Le vite che ruotano intorno a questa immensa azienda sono ben 8.000, ed assistere a un cambio turno, immersi in un andirivieni di tute blu, sprigiona un’energia da grande industria, operosa, eccellente.  Un luogo unico che va scoperto.

Quando il Comune di Monfalcone mi ha chiamata per parlare del Museo della Cantieristica, ho detto sì senza conoscerlo, se non per alcuni feedback positivi che avevo avuto da persone che stimo. Ora che l’ho visitato ho capito che abbiamo una ricchezza in casa, un altro pezzo di storia e di architettura unica, un cantiere famoso nel mondo. Ed è fantastico che il museo l’abbia valorizzata.

Non lasciatevi sfuggire quest’incanto, sono certa che anche a voi si aprirà un mondo sconosciuto, dall’effetto “WOW” garantito!

Ph. Michele Grimaz

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