6 Febbraio 2024

Orsone: atmosfera USA tra le colline del Collio

Un nuovo menu, ambienti curati e due giovani al timone!

Molti di voi già conosceranno l’Orsone, nato qualche anno fa sulla proprietà di Joe Bastianich. Se vi servisse una rapida rinfrescata o, perché no, se voleste semplicemente saperne di più, qui l’articolo che gli avevo dedicato nel lontano, ma mica tanto, 2017. All’epoca il titolo tuonava La casa di Joe e Lidia Bastianich: vi raccontavo della loro cucina gourmet, della bellezza degli ambienti e del buon cibo che avevo gustato.

Ebbene, in sei anni tutto può cambiare, specialmente se di mezzo ci si mettono una pandemia e altre vicissitudini di varia natura.

Lasciamoci dunque il passato alle spalle e voltiamo pagina, facendo un piccolo passo indietro ad un anno e mezzo fa quando, dopo tre anni di chiusura, il locale riapre i battenti: a prenderne le redini (con un bel po’ di coraggio) questa volta ci sono due ragazzi, Luca (oggi chef) e Michele, quest’ultimo bravissimo oste che si destreggia tra la sala e il banco.

Lungi da me annoiarvi snocciolandovi tutte le loro passate esperienze nel campo della ristorazione, tra ristoranti stellati e una gavetta che ha superato i confini nazionali! No, nulla di tutto questo. Ci tengo solo a trasmettervi la loro passione e tenacia: il coraggio, come ho detto prima, di rimboccarsi le maniche e ricominciare: Luca e Michele si sono innamorati di questo posto e hanno deciso di farlo loro, rinnovando un menu un po’ impolverato e ridisegnandolo sui toni della cucina d’oltreoceano…e non solo!

Qui potrete infatti assaporare degli ottimi burger preparati con carne succulenta, pan brioche fatto in casa e deliziose salsine: e dall’immensa finestra in sala che dà sulla cucina avrete l’onore di scrutare Luca e il suo fido aiutante. Uno tutto d’un pezzo: sto parlando del Josper, ovviamente, che accoglie tra le sue braci ottimi tagli di carne internazionale che spaziano dall’America al Giappone!

L’arredo è quello tipico di un ristornate americano: i toni caldi del legno scuro, le sedute in pelle e il delizioso camino in fondo alla sala che batte bandiera americana. Se ci passerete in questi giorni lo scintillio del meraviglioso albero di Natale renderà ancora più accogliente lo spazio, perfetto per degustare un cognac al calduccio. Amazing!

Ecco, mi sembra di sentire il solito coro (non di Natale!) Ma cosa propone il menu? Iniziamo: la polenta fritta, lardo, maionese e cipolla bruciata, il grissinone con prosciutto crudo di San Daniele, gli straccetti di pollo fritto con salsa peanut butter, la tigella con zucca in saor, i funghi cardoncelli panati con salsa alla ribolla gialla chiudono gli antipasti che, come capirete, abbracciano anche i sapori del territorio!

Proposte vegetariane? No prob. Il burger Don Cello con funghi cardoncelli panati, maionese ai funghi, valeriana e provola affumicata sarà perfetto per voi.

Sì, ma tranquilli. Non ci limitiamo ai soli antipasti (che vanno dai 4 ai 9 euro): apriamo il Josper e testiamo assieme la loro selezione di carne. Iniziamo però con il cucinarci al tavolo una succulenta bontà, un cube roll Wagyulem A5 (quindi il massimo della marezzatura): fantastica l’idea di lasciare al cliente la libertà di cuocerlo sulla piastra…! A seguire, un diaframma di Black Angus americano accompagnato da delle verdurine cotte (ovviamente) nel Josper. E che dire della costata di Black Angus americana succulenta, tenera e saporita.

Come dessert non poteva mancare un dolce dai sapori americani: la Ny cheesecake in versione caramello salato e arachidi oppure con salsa di lamponi, lamponi freschi e disidratati! Per accompagnarla degnamente ho scelto un vino del territorio, un Merlot di Sturm del 2020.

Le proposte nella carta dei vini sono tantissime e non solo firmate Bastianich (che, tra parentesi, ha la cantina qui difronte…portate pazienza un attimo e vi ci porto!): se siete amanti della birra non resterete delusi 🙂

E ora ditemi, non vi sembra che questa location sia perfetta per delle belle cene aziendali o di compleanno? Di sicuro nessuno si potrà lamentare della confusione, essendo immersa tra le colline!

E se dopo una ricca cena vi rendete conto di aver bevuto un po’ troppo beh, nessun problema! Al piano superiore troverete le stanze dell’Orsone, dove vi garantisco di aver dormito davvero bene.

E il risveglio non è stato da meno: qui, tra i filari, ho fatto una colazione da regina…e per un attimo mi è parso di trovarmi negli USA! Uno stuolo di muffin, pancake, eggs and bacon, caffè, frutta, yogurt e mille altre delizie.

Ma veniamo a noi, ogni promessa è debito. Andiamo dunque a visitare la cantina e degustare qualche buon calice. Ad aprire le danze il Vespa, che molti conoscono, un uvaggio di Sauvignon, Chardonnay e Picolit con una vinificazione separata delle varietà, parte in acciaio parte in legno, più un affinamento di dodici mesi in bottiglia.

Continuiamo con un friulano proveniente da un vigneto di settantacinque anni a Buttrio, dove vengono fatte tre vendemmie: la prima con parte omogenea di prodotto, la seconda a distanza di qualche giorno, in surmaturazione, e la terza quando (e se) la muffa nobile attacca il prodotto.

Ma passiamo ai rossi con il Vespa, un blend di Merlot, Refosco e Schioppettino vinificati separatamente diciotto mesi in barrique di rovere francese e due anni e mezzo di affinamento in bottiglia. Per concludere il Calabrone (vi confesso, quello che mi è piaciuto di più), un vino fatto principalmente da Refosco con una piccola percentuale di Merlot e Schioppettino, con un venti di affinamento di Refosco, ventiquattro mesi di barrique di rovere francese e due anni di affinamento in bottiglia.

In conclusione, questa esperienza mi è piaciuta un sacco! Mi sono immersa in un’atmosfera a stelle e strisce in pieno Collio; ho assaporato carni deliziose e sorseggiato vini altrettanto deliziosi; ho dormito tra le vigne e mi sono risvegliata con una colazione ricchissima (credo la più sostanziosa di sempre).

Come dite? Sì, lo so, potrei continuare all’infinito ma mi fermerò qui. Next stop, chissà!

Sono riuscita ad incuriosirvi?

Alla prossima avventura enogastronomica!

Photo Michele Grimaz

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