18 Ottobre 2018

Tenuta Angoris spegne 370 candeline

Tradizione, storia, vino e tante novità per la cantina di Cormons!

Eh sì, avete letto benissimo. Tenuta Angoris ha tagliato un traguardo molto importante! E come ogni anno ha organizzato un evento scintillante dal titolo “Voci dal Vigneto” durante il quale si riuniscono amici, parenti e appassionati del mondo dell’enologia. Se mi avete seguita su Instagram saprete che, per il secondo anno consecutivo, anche io ho festeggiato con questa meravigliosa famiglia!

Una serata dedicata alla fine della vendemmia che preannuncia un’annata spettacolare sia in termini di qualità che di quantità. Così assicura Alessandro Dal Zovo, enologo della cantina. «Ad averci permesso di raccogliere dell’uva pazzesca – racconta - è il clima che ci ha sostenuto in tutto il ciclo vegetativo della pianta. Dopo un gennaio tenue sono arrivati un febbraio e un marzo più rigidi rispetto alla media: questo ha consentito alla pianta di produrre più zuccheri rispetto alla norma. Aprile, maggio e giugno sono stati invece importanti per mantenere la qualità ed aumentare la quantità. Il ritardo vegetativo ci ha salvato dalle gelate. Il germogliamento, la fioritura e la chiusura del grappolo si sono svolti nel giusto periodo».

«A luglio è poi avvenuto il cambiamento del colore del grappolo e il 16 agosto è incominciata la vendemmia della DOC Isonzo con il Sauvignon, seguita dal Tocai Friulano fino ad arrivare al  27 settembre con l’ultima tappa di questo lungo ma intenso processo».

Mentre Alessandro parla lo ascoltiamo tutti a bocca aperta circondati dalle botti della splendida cantina della Tenuta. E vi dico la verità, lo avrei ascoltato per ore perché è bello sentire qualcuno che ama dal profondo il proprio lavoro. La palla, pardon, il calice, passa poi a Stefano Cosma, l’enciclopedia Treccani in carne ed ossa 🙂 In questi quattro anni di lavoro ho avuto modo di incrociarlo più volte e devo ammettere che quando mi ritrovo seduta al suo fianco resto zitta ad ascoltarlo. D’accordo, ogni tanto perdo il filo dei suoi discorsi, è una persona molto colta e precisa...ma quanto c’è da imparare da lui! E voi direte, che ci azzecca Stefano con Angoris e con la famiglia Locatelli?

A lui è stato affidato l’incarico di ricucire e raccontare questi primi 370 anni della Tenuta con un libro, per la precisione un romanzo storico; una narrazione che parlerà di Angoris e del territorio. Sarà un racconto dinamico che spalancherà le finestre della storia senza cadere nel banale e restando coinvolgente; ci saranno documenti notarili, storie di famiglia, epistolari e molto altro. Tutte cose vere ma raccontate da un personaggio di fantasia.

Basta così, vi ho svelato anche troppo.

Che ne dite, ci fiondiamo sul momento godereccio della serata?

Per l’occasione in giardino è stato allestito un gazebo pensato per accogliere gli ospiti; tovaglie bianche, sottopiatti in argento e vini da capogiro. Non serve essere dei geni per capire che si preannuncia una cena strepitosa!

Ci tengo a ribadire che non mi ritengo un’esperta di vino, ma sicuramente i tanti anni di analisi sensoriali e degustazioni di caffè mi hanno insegnato a comprendere se non altro di cosa si parla quando si degusta qualcosa. Pertanto chiedetemi qualche parere sull’oro nero e saprò destreggiarmi meglio; sul vino mi limiterò a dirvi se mi piace o meno.

E allora concedetemi di dirvi che i vini che hanno accompagnato questa serata, delle MAGNUM, erano FORMIDABILI e MI sono PIACIUTI veramente moltissimo! Ovviamente ne ho preferiti maggiormente alcuni e il Collio Bianco Riserva Giulio Locatelli 2016 (che ha appena preso i 3 bicchieri) è stato uno di questi! 50% Tocai Friulano, 30% Sauvignon Blanc, 15% Malvasia con un anno di vinificazione in acciaio e un anno in bottiglia.

Ottimo anche il Merlot Ravost DOC Colli Orientali del Friuli 2007 (mi ha emozionato pensare che in quell’anno nasceva mio figlio!), un vino che per il 70% ha vinificato in acciaio e per il 30% in legno. Corposo e saporito, ha accompagnato il guanciale nel migliore dei modi.

E del Picolit DOCG Colli Orientali del Friuli 2011 servito con la torta? Vogliamo parlarne? L’ho trovato eccellente!

Come ogni anno è poi giunto il momento della sorpresa, la bottiglia dei 370 anni 🙂 Uno scrigno che racconta una storia. Al suo interno si trovano tutte le produzioni con i loro caratteri peculiari, dalla DOC Isonzo alla Rocca Bernarda con il 40% di Chardonnay 2016, il 30% di Collio Bianco del 2016, un 25% di Tocai Friulano e un 5% di Picolit. Un vino del futuro, un vino che manterrà i suoi profumi e le sue sensazioni gustative anche dopo 10-20 anni!

Come vi dicevo, questo è il secondo anno che partecipo a “Voci dal Vigneto” e posso garantirvi che l’ospitalità di Marta Locatelli, di sua sorella e della famiglia in toto è stata ineccepibile; in loro traspare la voglia di crescere, di migliorarsi, di fare del bene non solo per l’azienda ma pure per il territorio. E il valore del lavoro, della crescita, del miglioramento, dell’amore per ciò che fanno lo riescono a trasmettere così bene che alla fine torni a casa più ricco e con mille pensieri nella testa.

Bisogna cercare di prendere sempre il bene dalle cose, di imparare e di rubare con gli occhi, con l’anima e lo spirito.

Ma poi, chiusa tra le mura di casa, con il PC sulle gambe e il rumore ritmico della tastiera, ti ritrovi a scrivere rivivendo questa serata magica. E ti tornano alla mente dettagli che hai dimenticato di raccontare come il meraviglioso accompagnamento musicale di Davide Locatelli al piano, le emozioni provate, il menu...ma cosa volete che vi dica? Dovrò partecipare più e più volte a questo evento per migliorare sempre di più nella narrazione.

370 di questi giorni e auguri di cuore famiglia Locatelli!

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