7 Dicembre 2017

Massimiliano Schiavon Art Team: l’arte del vetro a Murano

Sei generazioni portano al successo in una nuova fornace a Venezia

Quando si parla di eccellenze, l'arte del vetro è senza dubbio una di queste. Oggi ho deciso di parlarvene e per farlo vi porto con me nella variopinta isola di Murano, a Venezia, alla scoperta della nuova fornace di Massimiliano Schiavon.

Quando lo incontro, capisco che questa non è storia recente. Macché. La famiglia di Massimiliano ha una lunga storia nel vetro, sei generazioni, ma solo sei anni fa lui ha deciso di camminare con le sue gambe. «Ero solo – mi racconta - ed in 60 metri quadrati avevo un forno ed una muffola».

Una scelta che si è rivelata vincente perché in poco tempo il suo lavoro si è trasformato in un piccolo impero; due negozi e due showroom a Murano, uno a Venezia, un punto vendita a Portopiccolo a Trieste e una nuova fornace di 3.800 metri quadrati sempre a Murano (negli spazi dell'ex magazzino di Venini). Il ritmo è incalzante e la sua azienda conta ormai trenta dipendenti.

Resto stupita, ma lui ci tiene a precisare che «non sono bravo io, sono BRAVI tutti! I cinque maestri del vetro e tutto il mio staff che lavora duramente e sempre con il sorriso!».

Ed è tutto vero. Passo con lui una intera giornata ed ho modo di vedere con i miei occhi l’entusiasmo di un team così affiatato, la passione e l’amore per questo lavoro si respira a pieni polmoni qui dove il vero calore non è tanto quello del forno (1.300 gradi!) ma piuttosto quello delle persone che ci lavorano.

Con delle simili premesse non posso non voler conoscere TUTTO.  Per prima cosa corro a vedere il vecchio forno ormai in pensione; si spegne lentamente tra le mura di mattoni, pronto per il grande riposo. Da qui, percorrendo un lungo corridoio, arriviamo sul retro e – attraversando una piccola via – ci ritroviamo nella nuovissima location.

Dovrei definirlo un capannone ma credetemi, la parola non gli rende giustizia; dalle giganti finestre entra una luce formidabile che accende lo showroom. Un'emozione fortissima.

E poi lampadari giganti, vasi, opere d’arte, busti che sembrano opere dell'Arcimboldo in vetro, tavoli (di vetro, ovviamente) e animali variopinti. Una sala gigante dove l’occhio si perde su ogni singolo oggetto...sì ma, quanto lavoro c'è dietro a questo universo?

Da qui si passa al nuovo forno che, ahimè, non ho la fortuna di vedere a pieno regime, essendo ancora in corso i lavori di trasferimento da una sede all'altra. Lo stesso vale per i maestri del vetro che non vedo all'opera. Insomma, dovrò ASSOLUTAMENTE ritornare in questo Eden.

No, non vi deludo, tranquilli. Perché mi sono fatta raccontare per filo e per segno come nasce un'opera d'arte. Vogliamo cominciare? Pronti, via!

Tutto comincia dalle canne colorate; semplici bacchette in vetro che vengono acquistati dall'azienda muranese Effetre. Per la composizione del disegno, se ne taglieranno piccoli pezzetti per poi adagiarli su lastre di metallo; ne nascerà una sorta di mosaico colorato.

Il passaggio successivo è metterle nel forno a 700 gradi per farle ammorbidire (non si fonderanno completamente); uno step fondamentale per poter coprire la composizione con uno strato di vetro trasparente che fungerà da collante.

Altro giro, altra corsa. E quindi, di nuovo forno, questa volta a 1.300 gradi, per far fondere i due strati assieme; a questo punto il maestro avvolgerà il doppio strato di vetro sulla sua canna per lavorarla e sviluppare l'opera vera e propria.

Manufatto che dovrà sostare dalle 24 alle 48 nella muffola, un forno speciale a più bassa temperatura (circa 200 gradi), per eliminare il rischio di shock termico. Terminata questa fase si passa alla finitura; sarà necessario tagliare il pontello (parte che era attaccata alla canna del maestro vetraio) e lisciare la superficie. A questo punto l’oggetto passerà attraverso vari macchinari per risultare perfettamente levigato.

Sì, lo so. Vi state chiedendo cosa abbia di speciale questo forno rispetto agli altri 40 presenti in Laguna. Eccovi spiegato l'arcano.

Primo, la materia prima viene acquistata a Murano. Secondo, qui ogni venerdì vengono preparate le murrine personalizzate per le loro opere.

Terzo, hanno inventato un vetro speciale chiamato avventurina (una pasta cristallina traslucida al cui interno vengono aggiunte pagliuzze di cristalli di rame con ossidi metallici brillanti). Quarto, ogni pezzo che esce dalla fornace è UNICO.

E io un salto nel loro secondo showroom me lo faccio, una volta che sono qui! Due piani di opere incredibili...e quando dico incredibili, dovete credermi. Si spazia dal ponte costruito con la tecnica romana (non c’è materiale collante) che sorregge 80 kg di peso ed è stato esposto al Padiglione Giappone di Biennale “architettura”, al biliardino con le manopole di avorio e vetro.

E ancora, il tavolo con le gambe di sassi, murrine che ritraggono i più svariati animali, vasi di ogni genere e un’infinità di bicchieri, caraffe e una Harley-Davidson! Con Massimiliano è davvero TUTTO POSSIBILE.

Da qui son passati presidenti, regnanti, attori e persone di spicco e rilievo (come MissClaire! :-)); certo, io ho potuto solo ammirare questo paradiso come un bimbo in un negozio di cioccolatini, senza però portar via nulla. Ma sognare non costa...e dunque, un giorno, avrò anche io la mia creazione firmata Art Team.

Se volete ammirare anche voi questa meraviglia, correte nel punto vendita di Portopiccolo, senza rinunciare ad una gita a Murano 😉 ve la consiglio!

Potete prenotare la vostra visita in fornace scrivendo a questo indirizzo info@massimilianoschiavon.com. Non accettano gruppi e credetemi, meglio così perché avrete Massimiliano solo per voi!

Bravi ragazzi, è stata un’esperienza incredibile ed un vero onore per me avervi conosciuti 🙂

Ph. Tanja Tuta

 

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