18 Novembre 2016

I consigli su come ristrutturare un appartamento.

Spesso basta avere un po’ d’estro, ecco un mio lavoro…

Spesso mi viene chiesto cosa passi per la testa di un architetto quando si trova davanti al “foglio bianco” di un appartamento da rifare completamente. La mia risposta è sempre: “un pizzico di inventiva ed una buona dose di follia”.

Nel progetto che vi propongo oggi la follia è stata sicuramente la componente che ha prevalso su tutto ed ha portato a scelte coraggiose ma di grande effetto.

L'appartamento si presentava in condizioni davvero disastrose: una piccola mansarda, in un palazzo del 1862 completamente rivisitato nelle parti comuni, suddivisa in quattro anguste stanzette, ognuna dipinta con un colore diverso – e che colori: verde menta e rosa shocking! - pavimenti vecchi e rovinati, perline di legno alle pareti, un bagno tutto rosa ed una vecchia stufa a scaldare tutti i 50 metri quadrati.

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Insomma, chiunque sarebbe scappato a gambe levate, mentre il mio coraggioso - e folle – cliente ha deciso di accettare la sfida ed ovviamente passare la patata bollente al sottoscritto.

L'obiettivo era di trasformarla in un accogliente appartamento per un giovane single. Con un budget limitato che doveva comprendere lavori, materiali ed arredi.

Ma con una casa messa in quelle condizioni, da dove si inizia? In casi come questo, la cosa migliore è demolire tutto e ripartire da zero. E proprio durante le demolizioni la prima bella sorpresa è venuta alla luce: un sistema di capriate originali in legno del tetto nascoste dietro il controsoffitto. E poi la seconda bella sorpresa: una parete in mattoni originali in perfetto stato. Quello che sembrava un soffocante ed anonimo sottotetto improvvisamente iniziava ad essere arioso e a prendere vitalità.

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La sfida del cliente non sembrava però finita: oltre ad una zona giorno sufficientemente grande per ospitare gli amici per una cena od una serata cinema davanti alla tv su un comodo ed ampio divano, voleva un bagno con una doccia doppia ed una camera con un letto matrimoniale in cui però non voleva l'armadio, una zona dove nascondere la lavatrice, perché “messa in bagno no, non si può proprio vedere”. E tutto questo in 50 metri quadrati scarsi di cui un terzo più bassi di un bambino di quinta elementare...

Ho quindi deciso di razionalizzare il più possibile gli ambienti, suddividendo a metà lo spazio vuoto dell'appartamento: una metà per la zona giorno con tutto quello che il cliente richiedeva ed una metà per la zona notte con un corridoio di connessione in cui inserire l'armadio, un bagno piccolo ma funzionale e la camera in cui avere meno elementi possibili.

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Dovendo rispettare il budget, ho abbandonato l'idea di arredi su misura ed ho proceduto al contrario: una volta scelti arredi di produzione a larga scala, le nuove pareti, che erano ancora tutte da progettare, sono state costruite attorno ad essi. E per personalizzare ulteriormente gli arredi, le ante di quello che era un semplice armadio bianco di una catena di arredi svedesi che tutti ben conosciamo, sono state rivestite con morbida gommapiuma e tessuto da uomo a righe in cachemire dal gusto sartoriale. E ancora, in ingresso una parete con una nicchia chiusa da ante “invisibili” oltre a definire un piccolo atrio, racchiude la “zona lavanderia” e nasconde alla vista di chi entra in casa lo spazio destinato alla cucina. Il risultato? Cucina e armadio sembrano fatti su misura e la lavatrice non si vede!

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Una volta definiti gli ambienti ecco che si è dato spazio alla fantasia. Come assecondare i gusti del cliente, che vorrebbe un ambiente elegante, accogliente e dal taglio “maschile”? Poche e semplici scelte mirate: sbiancare le travi e la parete di mattoni così da eliminare l'effetto “rustico” e dare un tocco da vecchio loft, stendere un caldo pavimento in legno dai toni tortora, pitturare tutte le pareti di una tonalità calda di grigio, scegliere pochi arredi lineari bianchi e grigio scuri, utilizzare note sobrie di colore come il blu avio per dare profondità, inserire alcuni pezzi vintage per dare personalità, completare infine con opere d'arte alle pareti, oggetti di design e tappeti marocchini, ricordi di viaggio del proprietario.

Et voilà! Il gioco è fatto!

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E sappiate ancora un'ultima cosa: non c'è cliente più esigente di ... se stessi! Quel cliente folle ero proprio io e mi ha dato davvero del filo da torcere. Ma alla fine, che soddisfazione!

Buon gusto a tutti

Ross

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