1 Aprile 2018

Curiosità e leggende su Trieste vol.3

Dal battito di ali della Vittoria Alata alla leggenda della Principessa Rosandra

Nella scorsa puntata abbiamo scoperto che la casa ribaltata dal Tram di Opicina esiste davvero (vi siete persi l'articolo? Eccovi serviti https://www.missclaire.it/travel/curiosita-e-leggende-su-trieste-vol-2/). Oggi, giornata di Pasquetta, io e Chiara vi portiamo mano nella mano a spasso tra nuove curiosità e leggende su Trieste e sul territorio circostante. Siete pronti? Vi faremo smaltire il pranzo di ieri 🙂


Faro della Vittoria, il battito di ali della Dea Nike

Illumina il golfo della nostra città ed è, diciamolo chiaramente, un vero gioiello. Costruito tra il 15 gennaio del 1923 e il 24 maggio del 1927 su progetto dell'architetto Arduino Berlam, il Faro della Vittoria poggia sul colle di Gretta. A dire il vero, se proprio vogliamo essere precise, si trova sopra a quello che era il torrione principale del Forte Kressich, complesso militare risalente all'Impero Austro-ungarico.

Lo sapevate che alla sua inaugurazione era presente l'allora Re d'Italia Vittorio Emanuele III?

Sessantotto metri di altezza (67,85 per l'esattezza), il suo fascio di luce è visibile ad oltre trentacinque miglia di distanza. Sopra alla sua cupola si staglia la stupenda Vittoria Alata  - la Dea Nike – opera dello scultore triestino Giovanni Mayer; alta sette metri e venti centimetri, nella mano destra impugna una corona di alloro, con la sinistra alza invece al cielo la fiaccola della vittoria.

E qui viene il bello. Quanti di voi sanno che la Dea Nike “batte le ali” ad ogni refolo di Bora? Giacomo Sebroth, suo costruttore, ideò un ingegnoso meccanismo che permette alle sue ali di flettersi leggermente al vento; queste presentano inoltre alcuni fori proprio per diminuire la resistenza alle raffiche.

Alla base della statua è poggiata invece l'ancora del cacciatorpediniere Audace.

Vi abbiamo incuriositi? Se volete visitare questa meraviglia, potrete farlo gratuitamente dal 31 marzo al 4 novembre. Per tutti i dettagli, ecco il link dedicato!

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Zero Ponte Rosso

Vi è mai capitato di passeggiare per le vie del centro e di rendervi conto di non aver mai osservato alcuni dettagli con attenzione? Succede specialmente quando abbiamo mille cose da fare 🙂 Lo sapete che nell'angolo fra la banchina settentrionale del Canal Grande e il ponte attraversato dall'odierna via Roma c'è un idrometro scolpito nella pietra e graduato in piedi e pollici parigini?

Risale presumibilmente al 1785 e il suo zero è noto come Zero Ponte Rosso. L'idrometro, senza entrare nel dettaglio, veniva usato con per osservare il livello del mare, fornendo dati utili per il transito delle imbarcazioni nel canale. L'opera è stata recentemente oggetto di un restauro da parte del Rotary Club Trieste.

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La leggenda della principessa Rosandra

Non lo sentite questo campanellino? È l'ora della consueta leggenda che chiude l'articolo su Trieste. Vi abbiamo raccontato della Dama Bianca, della nascita del Carso...e questa volta, direte voi? E, se sapeste! Oggi vi raccontiamo la storia della bellissima principessa Rosandra, una leggenda che ricorda il mondo fiabesco legato al ciclo carolingio.

Sull'altura che domina la valle sorgeva un castello nel quale era imprigionata una fanciulla di stirpe reale; a tenerla rinchiusa nel maniero era un mago molto, molto cattivo. Chiunque si fosse avvicinato alla fortezza per salvare la principessa sarebbe morto.

Ma un giorno un giovane bello e coraggioso (avevate dubbi?) che si trovò a passare per caso da quelle parti restò impietosito dal pianto disperato di Rosandra; decise di salvarla e affrontare il temibile mago. Secondo voi come andò a finire? Sì, alla fine di uno spaventoso duello il giovane riuscì a uccidere il cattivo di turno e portare in salvo la sua bella.

I due, però, non vissero felici e contenti. E no. Questa leggenda non è delle più felici...anzi. Prima di prendere in sposa Rosandra il fanciullo doveva compiere un'ultima, importantissima missione; un compito che lo portò, purtroppo, a perire nelle acque gelide del mare.

Quando la triste notizia raggiunse la principessa, questa non poté smettere di disperarsi e piangere senza sosta. Una fata, non potendo porre rimedio alla situazione, trasformò la giovane in pietra. Le sue lacrime forarono la roccia e diedero vita ad un limpido torrente che gli abitanti del luogo chiamarono Rosandra 🙂

E con questa leggenda siamo nuovamente giunte alla fine. Abbiamo camminato dal Faro della Vittoria alla Val Rosandra, dalla Casa delle Cipolle al Castello di Duino passando per il Ponterosso...ne abbiamo macinati di chilometri in queste tre puntate che tanto vi sono piaciute.

Ma ora è giunta l'ora di congedarsi. Alla prossima avventura e...buona Pasquetta!

Daniela Mosetti

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View of river in Val Rosandra, italy

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