Ritorno nella mia amata Vienna, città a cui mi sento molto legata, sarà sicuramente anche per il legame ancora molto presente tra Vienna e Trieste, infatti qui alla domanda: “Ma sei italiana di dove?” sentendo la mia risposta, mi controbattono: “Ah, Trieste, l’Austria del SUD!”
Insomma noi triestini nostalgici ameremmo appartenere ancora all’Impero, e loro amerebbero che noi facessimo parte del loro territorio, una sensazione di genitori e figli separati alla nascita …
Per sentire il mio cuore battere e rivivere lo sfarzo dell’Impero decido di passare qualche giorno a Vienna.
Per preparare bene il vostro itinerario ecco dove vi consiglio di sbirciare: http://www.7tm.at/home/en.
La scelta dell’hotel è veramente mirata, perché individuo il distretto 7, appena fuori dal centro della capitale. Questa zona è nata come centro per il design, ricca di piccole e graziose botteghe e di negozi (per l’esattezza ben 58) dove poter scoprire gli ultimi trend e incontrare i designer.
Così in questo centro della creatività scelgo di soggiornare all’Hotel Falkensteiner Am Schottenfeld .
Questa catena di hotel non mi ha mai tradita nelle aspettative, sono stata loro ospite in diversi paesi e ho sempre trovato un’ottima qualità di servizio con una buona media di prezzi!
In una stanza super spaziosa, con abbaini che aprivano la vista sui tetti della città, ho trascorso tre giorni indimenticabili!
Di memorabile non c’era solo la camera ma anche la ricca colazione a buffet, che ti sequestrava per una buona mezz’ora, tanto che all’ora di pranzo veniva meno la consueta esigenza dell’abbuffata 😉
Non sono riuscita a godermi lo spazio SPA/palestra dell’Hotel, perché con una media di 14 chilometri di camminata al giorno l’idea della palestra era lontana, ma lo spazio seppur piccolino raggruppava tutto cio che serve per mantenersi in forma.
Quello che ho invece sfruttato è stata la sauna, dove mi sono riscaldata dopo una giornata di bufera di neve, e una riflessologia plantare con massaggio annesso goduta alle 21.00, devo dire che mi hanno proprio rigenerata!
Come un diario di bordo vi porterò con me alla scoperta degli itinerari classici e non solo, tra cultura, food e divertimento, con un occhio di riguardo per i più piccoli!
Infatti questa volta, a spasso con me è venuto anche il mio piccolo compagno, mio figlio Giovanni di nove anni, che si è perdutamente innamorato di questa città!
Prima ancora di partire vi consiglio di fare la Carta di Vienna che è disponibile anche in vendita negli hotel e con cui potrete fruire gratuitamente dei trasporti pubblici e innumerevoli sconti. Inoltre se volete potete anche scaricare una app dedicata con la mappa e filtrare le attrazioni a seconda dei vostri interessi.
Noi siamo partiti con la visita del Castello di Schoenbrunn, dove purtroppo non si possono fotografare gli interni; mi godo pienamente le innumerevoli stanze decorate con diversi temi, dall’orientale all’indiano, i soffitti affrescati, le tappezzerie di seta e le tende di pizzo.
Ragazzi miei, armatevi di pazienza perché sono in molti a voler sbirciare ogni singolo angolo di questa “umile” dimora. Da qui si esce e si percorre l’immenso giardino e se siete in compagnia di un piccolo amico come me, arrivate fino alla fontana di Nettuno dove troverete alla vostra destra l’ingresso per lo Zoo.
Dovete assolutamente andarci perché è dir poco eccezionale!
Abbiamo avuto anche la fortuna di incontrare un piccolo cucciolo di panda che durante la nostra visita dormiva amorevolmente.
Consiglio: quando uscirete dallo zoo, mi raccomando, non fatevi prendere dall’idea di riciclo e riutilizzo, perché troverete dei grandi box di plexiglas trasparente che vi inviteranno a infilarci dentro le vostre mappe utilizzate ed i vostri ticket! Attenzione!
Io l’ho fatto e peccato che il biglietto che avevo gettato era valido anche per l’accesso alla serra delle palme di Schoenbrunn 🙁 …sono un genio!
Così sappiate che sarà arrivata ora di cena e tra visite del Castello, parco, zoo e serra, la vostra giornata sarà quasi volta al termine.
Ritornata nella stazione della metro più bella al mondo, prendo la direzione del centro, alla volta di Gastwirtschaft Huth; la mia volontà è quella di andare a cena in un tipico ristorante viennese e mangiare i piatti della tradizione e secondo voi, che cos’ho degustato?
Non solo Wiener Schnitzel ma anche un buon piatto di ravioli carinziani scandiscono i sapori di questa terra, accompagnati ovviamente da ottima birra fresca!
Il must di Vienna è la musica e per capire al meglio quanto quest’arte è importante per la città dovete sapere alcuni numeri per rendervene conto a pieno:
- 10.000 persone ogni sera ascoltano musica dal vivo
- 15.000 concerti all’anno
- 120 palcoscenici in città
- 2.000 ore trascorse in danze in occasione dei 450 Balli viennesi
- 750 american bar, dancing bar e discoteche
- 300 sere all’anno di Opera di Stato
- 50 milioni di telespettatori in 90 paesi durante il Concerto di Capodanno dell’Orchestra Fisarmonica di Vienna
E moli altri numeri ad aggiungersi come il Coro dei Piccoli Cantori (la più vecchia “boy band” del mondo dal 1498), “Elisabeth” (il musical in lingua tedesca di maggior successo con 10 milioni di spettatori in 11 nazioni), la Festa dell’Isola del Danubio e il Festival della Musica in Piazza a Rathausplatz (850.000 visitatori all’anno).
Così finita la cena da Hunt, vi consiglio una tappa a due passi dal ristorante, proprio come ho fatto io … e quale posto migliore se non la Casa della Musica?
Questa è stata una delle mete preferite di mio figlio, tanto che il giorno seguente mi chiedeva di tornarci. La Haus Der Musik è situata nell’antico palazzo Erzherzog Karl in centro storico, qui è vissuto il fondatore e primo maestro di cappella dell’Orchestra Filarmonica di Vienna: Otto Nicolai (1810-1849).
Al primo piano troverete il museo e l’archivio storico , tra i vari oggetti sono esposte le bacchette appartenute ad illustri direttori d’orchestra.
Man mano che si sale dalle scale il museo diventa sempre più interattivo ed abbraccia sia la storia di diversi compositori classici, che la possibilità di ascoltare i più disparati suoni. In una stanza fatta d’imbuti e strani oggetti a forma di doccia, si possono udire dai suoni emessi del nostro corpo fino ai rumori delle grandi città, dalla Piazza di San Marco, a New York a Singapore.
Da qui si salgono le scale e si arriva in quella che sarà l’esperienza primordiale più incredibile, una stanza buia, dove l’invito è distendersi a terra e rannicchiarsi come nel ventre materno. Qui si potranno sentire i rumori che sentivamo quando eravamo nel grembo, un leggero tremolio del pavimento ti porterà ad avere oltre la sensazione uditiva e visiva anche quella tattile delle vibrazioni.
Qui è tutto da scoprire e le ore corrono veloci. Noi siamo entrati dopo cena, alle 20.00 e la chiusura alle 22.00 è arrivata in un men che non si dica (entrare a quest’ora conviene anche a livello di costi di biglietto).
Siamo dovuti uscire nel momento in cui, alla fine del museo al quarto piano, Giovanni era nei panni del direttore d'orchestra virtuale del Wiener Philharmoniker e tramite una proiezione video, stava dirigendo un’orchestra.
I musicisti, obbediscono ai comandi, ma non pensiate che i musicisti professionisti accettino acriticamente un senso del ritmo troppo sbagliato… se sbagli il ritmo smettono di suonare, si alzano in piedi e … ti prendono a parole 😉
Vi assicuro che se avete dei figli o se vi piace la musica, questa tappa è obbligatoria!
Ora la giornata è conclusa e io mi son dilungata parecchio perciò nel prossimo articolo cercherò di esser più sintetica perché voglio raccontarvi proprio tutto, senza lasciare nulla al caso 😉
Auf Wiedersehen!